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Writer's pictureLorenzo Berselli

Politiche Attive e PNRR: cos'è il programma GOL?

Il programma GOL, acronimo di ‘Garanzia di Occupabilità dei Lavoratori, è stato introdotto per rilanciare l’occupazione in Italia e combattere la disoccupazione.


Il Programma prevede l’applicazione di una serie di strumenti e misure per il reinserimento lavorativo dei disoccupati, dei percettori di Reddito di Cittadinanza, dei lavoratori in cassa integrazione, dei disabili, delle donne, dei giovani, degli over 50 e di altre categorie.

Il Programma GOL si inserisce nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza con il medesimo orizzonte temporale, ossia il quinquennio 2021/2025. Si inserisce nell’ambito della Missione 5, Componente 1 del Piano PNRR e rientra nel più ampio progetto di riforme nel comparto lavoro che oltre a GOL comprende il Piano Nazionale per le nuove competenze, il potenziamento dei Centri per l’Impiego e il rafforzamento del Sistema duale. Il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali con il Ministro dell’Economia hanno firmato un decreto interministriale per il primo avvio di attuazione, stanziando 880 milioni di euro da destinare alle Regioni affinchè attuino politiche attive e formazione in campo lavorativo.

POLITICHE ATTIVE DEL PROGRAMMA NELL'AMBITO DEL PIANO NAZIONALE DI RIPRESA E RESILIENZA


MILESTONE E TARGET

Il Programma GOL poggia su due principi fondanti denominati milestone:

  • milestone 1: l’entrata in vigore dei decreti interministeriali per l’approvazione di GOL e Piano Nuove Competenze entro il 2021;

  • milestone 2: l’adozione di Piani regionali per la piena attuazione di GOL e raggiungimento di almeno il 10% dei beneficiari complessivi entro il 2022.

Il programma deve raggiungere sei target (traguardi):

  • target 1: almeno 3 milioni di beneficiari entro il 2025 di cui almeno il 75% devono essere donne, disoccupati di lunga durata, persone con disabilità, giovani under 30, lavoratori over 55;

  • target 2: almeno 800 mila dei 3 milioni di cittadini, dovranno essere coinvolti in attività di formazione, di cui 300 mila per il rafforzamento delle competenze digitali.

  • target 3: almeno l’80% dei CPI in ogni regione entro il 2025 deve rispettare gli standard definiti quali livelli essenziali in GOL.

Gli investimenti del programma GOL riguarderanno subito i Centri per l’impiego e il Sistema duale. Nello specifico:

  • target 4: almeno 250 Centri per l’impiego hanno completato entro il 2022 il 50% delle attività (escluse le infrastrutturali) previste nel Piano regionale di rafforzamento;

  • target 5: 500 Centri per l’impiego almeno hanno completato tutte le attività previste nel Piano regionale entro il 2025;

  • target 6: almeno 135 mila ragazzi o ragazze in più partecipano al Sistema Duale entro il 2025 almeno l’80% dei Centri per l’impiego in ogni Regione entro il 2025.

BENEFICIARI DEL PROGRAMMA

I beneficiari di GOL sono:

  • cittadini beneficiari di ammortizzatori sociali in costanza di rapporto di lavoro: le specifiche categorie di lavoratori saranno individuate nell’ambito della prossima riforma degli ammortizzatori sociali. A legislazione vigente, si tratta dei lavoratori per i quali sia prevista una riduzione superiore al 50% dell’orario di lavoro. Tale periodo si calcola in 12 mesi;

  • lavoratori fragili o vulnerabili: giovani NEET (meno di 30 anni), donne in condizioni di svantaggio. Ma anche persone con disabilità, nonché lavoratori maturi (55 anni e oltre);

  • i beneficiari di ammortizzatori sociali in assenza di rapporto di lavoro: disoccupati percettori di NASPI o DIS-COLL;

  • cittadini beneficiari del sostegno al reddito di natura assistenziale: percettori del Reddito di Cittadinanza;

  • disoccupati senza sostegno al reddito: disoccupati da almeno 6 mesi, altri lavoratori con minori opportunità occupazionali (giovani e donne, anche non in condizioni di fragilità), lavoratori autonomi che cessano l’attività o con redditi molto bassi;

  • lavoratori con redditi molto bassi (i cosiddetti working poor): il cui reddito da lavoro dipendente o autonomo sia inferiore alla soglia dell’incapienza, secondo la disciplina fiscale;

  • lavoratori autonomi titolari di Partita IVA, come previsto dalla Legge di Bilancio 2022, ai commi 251-252.

La Legge di Bilancio 2022 ha esteso gli aiuti del Programma GOL anche ai lavoratori autonomi con partita IVA. L’obiettivo è migliorare l’accesso alle informazioni sul mercato e ai servizi personalizzati di orientamento, riqualificazione e ricollocazione dei lavoratori autonomi titolari di partita IVA. Le misure di assistenza intensiva all’inserimento occupazionale del programma nazionale GOL possono essere riconosciute anche ai lavoratori autonomi che cessano in via definitiva la propria attività professionale. I Centri per l’impiego e gli organismi autorizzati alle attività di intermediazione in materia di lavoro ai sensi della disciplina vigente, erogheranno i servizi di assistenza specifici. A tal scopo, sarà istituito in questi centri lo sportello dedicato al lavoro autonomo. Infine, per garantire l’assistenza, CPI e organismi autorizzati potranno anche prevedere convenzioni non onerose con:

  • gli Ordini, i Collegi professionali e le associazioni costituite ai sensi degli articoli 4, comma 1, e 5, Legge 4 del 2013;

  • le associazioni comparativamente più rappresentative sul piano nazionale dei lavoratori autonomi iscritti e non iscritti ad Albi professionali.

OBIETTIVI DEL PROGRAMMA

Gli obiettivi del programma GOL PNRR sono:

  • la centralità dei livelli essenziali delle prestazioni: superare l’eterogeneità delle prestazioni e dei servizi garantiti nei territori. Esigibilità degli stessi sulla base delle risorse disponibili;

  • la prossimità dei servizi: indirizzare gli investimenti verso l’offerta di servizi digitali, anche sfruttando l’esperienza maturata con la pandemia. Lo sviluppo deve andare anche in direzione di una presenza fisica con la diffusione capillare dei CPI;

  • l'integrazione con le politiche attive regionali: evitare il più possibile canali separati di intervento poiché le sovrapposizioni tra strumenti con le stesse finalità producono solo inefficienze;

  • l'integrazione con le politiche della formazione: superare la separazione tra politiche della formazione e politiche attive del lavoro, con la personalizzazione degli interventi e formazione dedicata sulla base dei fabbisogni rilevati;

  • la rete territoriale dei servizi: integrare tra loro i servizi territoriali; servizi di conciliazione per promuovere l’offerta di lavoro femminile. Inoltre, anche quelli per i lavoratori meno qualificati, per intervenire sulle competenze di base, oltre che sulla formazione professionale. Il programma GOL mira a realizzare una programmazione integrata tra i servizi sociali e quelli sanitari. Ciò vale soprattutto, nel caso di persone con disabilità o altre fragilità;

  • la personalizzazione degli interventi: differenziare gli interventi a seconda dell’età, del livello di competenze, della complessità del bisogno, delle esigenze di conciliazione, del contesto del mercato del lavoro di riferimento, dei fabbisogni espressi dalle imprese, delle concrete opportunità occupazionali;

  • la cooperazione tra sistema pubblico e privato: va resa strutturale la cooperazione tra i servizi pubblici e agenzie per il lavoro, soggetti accreditati per la formazione, altri soggetti riconosciuti dalle Regioni, incluso il privato sociale. Coinvolgimento del privato anche per le persone con meno chanches occupazionali;

  • il coinvolgimento delle imprese e del territorio: coinvolgere gli operatori economici locali affinché i CPI possano divenire punto di riferimento nell’intermediazione tra domanda e offerta di lavoro territoriale, con la stipula di veri e propri «patti territoriali» per fornire strumenti formativi dedicati e condizionati all’assunzione;

  • la programmazione orientata ai risultati: milestone e target sono la regola non solo per il finanziamento nazionale da parte della UE, ma anche per quello delle Regioni in sede di attuazione;

  • il sistema informativo e monitoraggio capillare: accelerazione e completamento della realizzazione del Sistema informativo unitario del lavoro, osservazione capillare e in tempo reale dell’attuazione a livello di singolo centro per l’impiego;

  • il rafforzamento di capacità analitiche: sviluppo strumenti analitici per la conoscenza dei sistemi locali del lavoro e la previsione dei nuovi fabbisogni di competenze richiesti;

  • l'innovazione, sperimentazione, valutazione: sviluppo di progetti innovativi e sperimentali, scale-up di quelli che si dimostrano efficaci, valutazione rigorosa delle politiche basata su evidenze.

Nell’ambito del programma GOL, i commi 249-250 della Legge di Bilancio 2022 prevedono che possono essere sottoscritti accordi per realizzare percorsi di formazione fra:

  • autonomie locali;

  • soggetti pubblici e privati;

  • Enti del Terzo settore;

  • associazioni sindacali dei datori di lavoro e dei lavoratori comparativamente più rappresentative sul piano nazionale.

Tali accordi hanno lo scopo di realizzare progetti formativi e di inserimento lavorativo nei settori della transizione ecologica e digitale. I settori sono quelli definiti e individuati con Decreto del Ministero del lavoro, di concerto con il Ministero della transizione ecologica e con il Dipartimento per la trasformazione digitale della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Inoltre, questi accordi sono diretti a inserire e reinserire, con adeguata formazione, i lavoratori disoccupati inoccupati e inattivi e riqualificare i lavoratori già occupati e potenziare le loro conoscenze. In base a tali accordi, le imprese, anche in rete, possono, secondo il loro livello di specializzazione, realizzare la formazione dei lavoratori, nei medesimi settori, al fine di:

  • fare acquisire ai lavoratori disoccupati, inoccupati e inattivi, previa accurata analisi del fabbisogno di competenze, conoscenze specialistiche tecniche e professionali, anche avvalendosi dei contratti di apprendistato di I e III livello e senza limiti di età (articoli 43, 45 e 47, comma 4, Decreto Legislativo 81 del 2015);

  • istituire centri interaziendali per garantire, eventualmente mediante l’istituzione di conti individuali di apprendimento permanente, la formazione continua dei lavoratori già occupati da riqualificare e agevolarne la mobilità tra imprese.

INNOVAZIONE, SPERIMENTAZIONE E VALUTAZIONE

Il programma GOL del Ministero del Lavoro sarà anche uno spazio di innovazione e sperimentazione per progetti su scala ridotta, adottati d’intesa con le Regioni, la cui valutazione, se positiva, potrà introdurre modifiche delle policy nazionali.

In particolare, alcune aree di sperimentazione possono essere già individuate:

  • competenze digitali;

  • target occupazionali che più difficilmente si rivolgono ai Centri per l’impiego – mappatura o promozione di spazi accreditati o accreditabili per co-working, fab lab e incubazione;

  • accelerazione di impresa per la creazione di comunità professionali che facilitino l’auto-impiego fragilità e vulnerabilità – sperimentazione di forme di occupazione «protetta» o di percorsi di accompagnamento dedicato, con il coinvolgimento degli Enti del Terzo Settore, per persone con disabilità grave o per i disoccupati più fragili.

I PERCORSI DI RICOLLOCAZIONE LAVORATIVA

Il piano messo a punto dal Governo è suddiviso in cinque percorsi differenziati in base all’esperienza lavorativa e alle caratteristiche del soggetto interessato. Si tratta di un iter a cavallo tra formazione, accompagnamento al lavoro e aggiornamento.

Questi i 5 percorsi per il lavoro distinti per profili:

  1. per chi è più facilmente occupabile è previsto un percorso lineare di reinserimento lavorativo;

  2. per chi ha bisogno di adeguare le proprie competenze c’è un percorso di aggiornamento 'upskilling', che prevede interventi formativi prevalentemente di breve durata e dal contenuto professionalizzante;

  3. per chi è più distante dal mercato del lavoro verrà avviato un percorso di riqualificazione 'reskilling', che si traduce in una robusta attività di formazione, con un focus a quelli che sono i profili più richiesti;

  4. per i casi più complessi, si andrà ad attivare il percorso di lavoro e inclusione, che fa leva sulla collaborazione con la rete dei servizi territoriali, come quelli educativi, sociali, sanitari, di conciliazione;

  5. nella specifica situazione di crisi aziendale, si attiva un percorso di ricollocazione collettiva, attravero la valutazione delle chanches occupazionali, della professionalità dei lavoratori coinvolti e del contesto territoriale di riferimento per individuare soluzioni idonee all’insieme dei lavoratori stessi.

L'elemento che accomuna i diversi percorsi è la personalizzazione, che permetterà di delineare la soluzione più adatta in base alle esigenze dei singoli soggetti.



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